Il diritto di prelazione

Il diritto di prelazione: una tematica di grande rilevanza nel campo giuridico. In questo articolo, esploreremo il significato, le modalità di esercizio e le differenze tra la prelazione volontaria e quella legale.

Che cos’è il diritto di prelazione?

Il diritto di prelazione è la facoltà attribuita a un soggetto di essere preferito, a parità di condizioni, rispetto ad altri nella conclusione di un determinato contratto. I soggetti coinvolti sono:

  1. Concedente o Prelazionante o Promittente: Il soggetto che concede il diritto di prelazione.
  2. Beneficiario o Prelazionario: Il titolare del diritto di prelazione.

Per comprendere meglio il funzionamento di questo istituto, consideriamo un esempio: Tizio è proprietario di una motocicletta e intende venderla. Tra Tizio e Caio esiste un accordo, in base al quale Caio ha il diritto di prelazione sulla vendita della moto. Quindi, se Tizio decide di venderla a 10.000 euro e ha già trovato un acquirente disposto a comprarla, non può farlo. Tizio è obbligato ad offrire la moto, alle stesse condizioni (cioè 10.000 euro), a Caio, poiché questi gode del diritto di prelazione. Solo se Caio rifiuta l’acquisto, Tizio può alienarla a chi desidera, purché allo stesso prezzo proposto a Caio.

Come si esercita il diritto di prelazione?

Esistono due tipi principali di prelazione:

  1. Prelazione Volontaria: Le parti stabiliscono convenzionalmente il diritto di prelazione. Ad esempio, nella locazione abitativa, l’inquilino può essere preferito ad altri nella compravendita dell’alloggio.
  2. Prelazione Legale: Prevista dalla legge, offre garanzie più preganti a favore del prelazionario. Si applica in diverse situazioni, come quella successoria, agraria e urbana.

Effetti della prelazione

  • Prelazione Volontaria: Se i contraenti non rispettano la prelazione volontaria, possono incorrere in conseguenze legali. Il patto di prelazione volontaria ha efficacia meramente obbligatoria. Ciò significa che se una delle parti coinvolte non rispetta la prelazione, chi ha il diritto di prelazione può agire per ottenere il risarcimento del danno. Questo risarcimento corrisponde al vantaggio che il beneficiario avrebbe ottenuto se fosse stato preferito al terzo acquirente. In altre parole, il danno è calcolato sulla base delle condizioni dell’affare che sarebbe stato concluso se la prelazione fosse stata rispettata. In ogni caso, non può esercitare una tutela di tipo reale e quindi non può riscattare il bene presso il terzo acquirente.
  • Prelazione Legale: Ha effetti specifici a seconda del contesto (es. prelazione del coerede, del conduttore o del confinante).

Termini per esercitare il diritto di prelazione

È importante rispettare i termini stabiliti per esercitare il diritto di prelazione.

Il termine per esercitare il diritto di prelazione varia a seconda delle circostanze e del tipo di prelazione coinvolto.

  1. Prelazione Volontaria:
    • Nel caso di prelazione volontaria, le parti stabiliscono convenzionalmente il termine entro cui esercitare diritto di prelazione. Il termine contenuto nella denuntiatio (spatium deliberandi) è il periodo entro cui il prelazionario deve comunicare alla controparte se intende o meno avvalersi della prelazione. Solitamente, questo termine è fissato in 30 o 60 giorni.
  2. Prelazione Legale:
    • Nel caso della prelazione legale, il diritto di prelazione deve essere esercitato entro un determinato periodo dalla notifica:
      • Prelazione Ereditaria e Urbana: Entro 60 giorni dalla notifica.
      • Prelazione Agraria: Entro 30 giorni dalla notifica.

Rinuncia alla prelazione

Un soggetto può rinunciare al diritto di prelazione.

Conclusione

Il diritto di prelazione è un meccanismo che tutela gli interessi delle parti coinvolte nei contratti. La sua comprensione è fondamentale per chiunque si occupi di transazioni immobiliari o successorie. Ricordate sempre di consultare un professionista del diritto per approfondimenti specifici e consulenze personalizzate.

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